Ulteriore conquista ottenuta da Confartigianato Un passo in avanti sulla via del ”chi inquina paga” Confartigianato esprime soddisfazione per l’ulteriore risultato in ambito di tariffa raccolta rifiuti. Giovedì 29 marzo 2018 si è riunito il Consiglio di Bacino della Sinistra Piave che ha deliberato su modifiche tariffarie per il 2018.

Per le utenze non domestiche la novità rilevante è la rivisitazione delle quote fisse sulle componenti dimensionali. Ci saranno riduzioni tariffarie sui capannoni dai 250 metri mq in su. Vale la pena ricordare che la rivisitazione delle tariffe sugli immobili destinati ad attività produttive e commerciali sotto la soglia dei 250 mq metri è un risultato raggiunto già un anno fa. Il calcolo della tariffa si sta spostando dal fisso sulla componente dimensionale al reale conferito, andando verso il riconoscimento del principio da noi strenuamente rivendicato del “chi inquina paga.” Su questo punto il Presidente Sartori Armando commenta osservando che la conquista non va vista tanto sotto il profilo degli importi delle riduzioni concesse ma nell’ottica di aver capito che non è corretto tassare il capannone e che la tariffa deve andare sempre più verso il reale conferito.

Alle recenti modifiche appena approvare vanno ricordati gli altri significativi ritocchi proposti ed ottenuti da Confartigianato nei mesi scorsi sullo schema tariffario:

1) La distribuzione delle superfici sono passate da cinque a otto fasce;

2) L’inserimento di una prima soglia tariffaria fino a 50 mq;

3) La possibilità per chi ha la sola sede legale presso l’abitazione di essere esonerato dal pagamento;

4) La possibilità per chi ha presso l’abitazione un ufficio con una superfice inferiore ai 50 mq di pagare un importo fisso annuo di 40 Euro ed utilizzare i bidoni di casa;

5) La possibilità per chi aveva dei bidoni inutilizzati (carta, vetro, plastica) e non faceva svuotamenti di restituirli e quindi non pagare la quota relativa al possesso degli stessi, ad eccezione del bidone del secco da 120 litri che è comunque obbligatorio.

La partita non deve comunque finire qui. Ci sono ancora importanti richieste da portare avanti nei prossimi mesi quali:

1) Che il conteggio delle superfici sia effettuato esclusivamente sulla parti dove viene effettivamente prodotto il rifiuto assimilato all’urbano, uffici, bagni, mense, spogliatoi e non su l’intera superfice catastale;

2) Un ribilanciamento dei costi variabili rispetto ai costi fissi e alla corretta ripartizione degli stessi tra categorie di utenze.

Ad oggi il 40% della spesa complessiva per la gestione dei rifiuti grava sulle imprese, che conferiscono il 10,5% del totale dei rifiuti raccolti da Savno. Confartigianato quindi continuerà ad essere vigile e propositiva affiche quanto prima si possa affermare che in provincia di Treviso venga effettivamente rispettato il principio europeo che sancisce che “chi inquina paga”.

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